Anche il secondo appuntamento del 16 aprile con il ciclo Incontri sulla Salute organizzato da 50&Più Rovigo e la locale Confcommercio, dedicato alla prevenzione e all’importanza degli screening, non ha tradito le aspettative riscuotendo un grande successo. Il Presidente provinciale 50&Più Giancarlo Destro, ha ricordato nei saluti l’importanza di sensibilizzare le persone rispetto alla prevenzione e all’adozione di stili di vita sani.
Relatrice della conferenza dott.ssa Carmen Barile, responsabile di Patologia oncologica genito urinaria e referente dipartimentale oncologico del Comitato esecutivo per la sicurezza del paziente con specifica formazione in materia del rischio clinico per il territorio Polesano gestito dall’Ulss 5.
La dott.ssa Barile è stata introdotta dal dott. Roberto Turrini, medico di base che l’ha presentata come “Una grande professionista, un medico che crede nella cura globale, sia nell’aspetto tecnico medico della cura alla malattia, sia nell’aspetto psicologico del rapporto con il paziente. La dott.ssa Barile ha un approccio a 360 gradi ad una malattia che spaventa, perché purtroppo può avere conseguenze fatali”.
L’importanza degli screening
“I passi avanti della medicina, le nuove cure, la possibilità di intervenire usando i robot e svolgendo interventi impensabili fino a qualche anno addietro, non hanno vinto la morte, eventualmente ne hanno spostato in avanti la data – ha esordito con pragmatismo la dott.ssa Barile – ed è per questo che lo screening riveste un’importanza fondamentale, più del tentativo di cura in sé. Attraverso le indagini di screening riusciamo infatti ad avere una diagnosi precoce che consente la sopravvivenza del paziente. Con i nuovi farmaci e le nuove terapie potremmo addirittura pensare di cronicizzare il cancro, renderlo una malattia presente, con cui convivere per tutta la vita” ha affermato la dott.ssa Barile, riportando come esempio il caso del diabete o dell’herpes, ora cronici, ma gestibili.
Lo screening usato come strumento di prevenzione è uno dei tre caposaldi della “guerra” al tumore insieme alla medicina ed alla prevenzione secondaria, anche se per ora quelli disponibili sono solo per la ricerca precoce del cancro alla mammella, all’utero e quello del sangue occulto nelle feci per il cancro all’intestino o al colon. Nel frattempo si stanno sviluppando screening anche per il tumore al polmone ed alla prostata, ma al di là dello strumento, quanta più gente partecipa alla screening, maggiore è l’efficacia.
Prevenzione per una vita migliore e più lunga
La dott.ssa Barile ha ribadito che la protezione del cittadino avviene innanzitutto attraverso l’informazione, la prevenzione e la promozione, senza dimenticare la vaccinazione dove possibile. La prevenzione primaria è la cosa più importante che riguarda lo stile e la qualità della vita, dallo sport, alla alimentazione, all’evitare il fumo o gli eccessi, come quelli da alcol, ma anche quelli di carne, fattore ormai considerato di rischio per il tumore al colon. La diagnosi precoce è fondamentale per la guarigione o per garantire una lunga sopravvivenza, e grazie alle moderne tecnologie è possibile individuare le lesioni precancerose, ovvero quei segnali che affermano con altissima probabilità che in un arco temporale di 5-10 anni quella lesione diventerà un tumore.
Dati e servizi per il cittadino
Gli screening hanno permesso di identificare in Italia 2.382 i nuovi casi di tumore alla cervice dell’utero, individuati grazie a Pap-test e Hpv test; 48.706 del colon retto con la ricerca di sangue occulto e 53.686 nuovi casi di tumore alla mammella con mammografia.
L’Ulss 5 Polesana mette inoltre a disposizione un servizio di consulenza oncogenetica con un genetista per individuare mutazioni genetiche che portano a trasmettere il tumore ai figli, così da attivare una sorveglianza speciale su questi soggetti che hanno maggiori possibilità di sviluppare le stesse mutazioni dei familiari.
La dott.ssa Barile ha ricordato come sia importante sottoporsi a screening perché il tumore è spesso asintomatico, come confermato anche dal dott. Turrini che ha ricordato: “La cultura sanitaria è da migliorare tra i nostri assistiti. Noi come medici di base riceviamo dall’Ulss 5 i nominativi dei pazienti interessati agli screening della popolazione che non si sono presentati all’appuntamento o che lo hanno rifiutato riscontrando un numero importante di queste persone. Curarsi non significa prendere le medicine, al bisogno, significa avere cura del proprio corpo, conservarlo, preoccuparsene”. Ha quindi sottolineato come le donne abbiano una maggiore sensibilità rispetto allo strumento dello screening e come oggi lentamente si stiano avvicinando anche gli uomini per un cambio di cultura e di mentalità.
Al termine la segretaria di 50&Più Rovigo Silvia Arduin, ha ricordato i prossimi Incontri sulla Salute per il 28 maggio su “Le novità del Servizio Sanitario Nazionale” e il 19 giugno su “Le malattie vascolari.
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