Venerdì 20 maggio, presso il salone di Palazzo Sani, 50&Più Lucca Università ha organizzato la conferenza L’arrivo e la diffusione della lebbra in Europa. Protagonista dell’incontro il prof. Gino Fornaciari, Ordinario di Storia della Medicina all’Università di Pisa e direttore della Divisione di Paleopatologia e del Museo di Anatomia Patologica.
Con la pandemia l’interesse verso le epidemie e le malattie che hanno accompagnato l’uomo nel corso dei secoli è certamente aumentato. Tra queste la lebbra, lenta ma spesso fatale, ha lasciato una traccia culturale profonda, con un forte impatto sulla realtà sociale anche a causa della sua severità. Malattia terribile, portatrice di disabilità e deturpazioni, citata in molti libri, tra cui la Bibbia, la lebbra è divenuta simbolo della sofferenza dell’uomo. È infatti la patologia “storica” per eccellenza, considerata addirittura come una forma di punizione divina per le sue terribili mutilazioni e deformazioni. La lebbra compare molto frequentemente negli scritti antichi e anche nelle opere d’arte, come piaga sociale e fenomeno purtroppo non raro, che ebbe tra i suoi malati illustri Enrico VII di Germania, figlio di Federico II.
Le moderne terapie antibiotiche riescono fortunatamente a curare questo morbo, ancora presente in moltissimi paesi, soprattutto Brasile ed India.
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