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Arrivano le Olimpiadi invernali 50&Più: pronti per scendere sulla pista da sci?

20 Gennaio 2020

Non strafare, presentarsi allenati e in buono stato generale di salute «sono le condizioni essenziali per affrontare sia una competizione sciistica che una classica settimana bianca», afferma Bernardino Petrucci, medico sportivo del Sistema 50&Più – Confcommercio, in occasione della IV edizione delle Olimpiadi invernali di 50&Più che prenderà il via con una cerimonia di apertura il 21 gennaio a Sansicario (To).

La competizione impegnerà gli atleti over 50 in ben 5 discipline: doppia manche di slalom gigante, una manche di slalom speciale, sci di fondo classico, sci di fondo pattinato e camminata di regolarità. L’evento sportivo si concluderà il 28 gennaio con l’assegnazione del trofeo alla squadra provinciale vincitrice, le coppe ai vincitori assoluti e le medaglie per chi raggiunge il podio nelle varie specialità. Ma nell’attesa abbiamo rivolto qualche domanda al dottor Petrucci.

Come ci si può preparare al meglio per una gara o una semplice sciata, dottor Petrucci?
Per prevenire eventuali affaticamenti muscolari è fondamentale una buona preparazione e un allenamento da fare qualche giorno prima, lavorando molto più sulle gambe rispetto agli altri arti. Inoltre, trattandosi di sportivi over 50, è sempre bene un controllo dello stato di salute generale attraverso il parere del proprio cardiologo, medico sportivo o medico di famiglia. Questo consentirà di gestire al meglio la propria attività fisica. Bisogna considerare, infatti, che svolgere una attività sportiva in montagna è diverso che in città: l’alta quota può causare problematiche poco piacevoli per chi soffre di pressione alta. Non ci sono controindicazioni, invece, in caso di pressione bassa.
In generale, quali possono essere gli infortuni più ricorrenti?
Sicuramente, riguardano le problematiche legate alla diminuzione del tono muscolare. Andando avanti con gli anni c’è una minore produzione di testosterone e quindi la massa muscolare negli arti inferiori diminuisce. La conseguenza è una minore protezione con una possibilità maggiore di incorrere in traumatismi distorsivi del ginocchio oppure in cadute, legate anche alla stanchezza, dovute a una posizione scorretta sugli sci. Ad ogni modo, le possibilità di una frattura da caduta per un ventenne, un sessantenne o settantenne sono abbastanza omogenee. Sicuramente la caduta di un settantenne con determinate problematiche, soprattutto tra le donne nel caso di osteoporosi, di artrosi articolari della struttura ossea, può creare traumatismi più importanti rispetto a chi è più giovane. Ma la possibilità di rompersi un piatto tibiale può accadere a tutti, indipendentemente dall’età. Naturalmente bisogna fare attenzione.
Maggiore prudenza, quindi?
La parola d’ordine è non strafare. In gara, in particolare, rispettare i tempi di recupero tra una manche e l’altra. Quindi concedersi una giusta pausa e rifocillarsi per presentarsi in maniera idonea ai cancelletti di partenza. L’attività agonistica regolata da una gara ha le stesse possibilità di incorrere in eventuali traumi o infortuni rispetto a una sciata per conto proprio. Quindi è importante autoregolarsi per non incorre in incidenti. Meglio evitare manovre spericolate o situazioni complicate difficili da gestire. In genere, però, gli over 50 non commettono queste “leggerezze” in quanto, gara o non gara, sovente si affidano alla propria esperienza.
Quante ore si può sciare?
Ho dei pazienti di 85 anni che sciano 12 ore al giorno. Bisogna considerare quanto si è allenati e quanta attività sportiva si è fatta negli anni.
Ci sono dei limiti generali?
I limiti sono legati alla condizione personale. Ad ogni modo, per una persona con più di 70 anni, un paio di ore di sci al giorno sono abbastanza. Quello che conta non è l’età anagrafica ma quella biologica, come confermano i più recenti studi scientifici. Un settantenne può avere una struttura fisica e una capacità adattativa allo sport, sia di prestazione che di recupo, come quella di un quarantenne. Tutto è condizionato da quanta attività fisica si è fatta negli anni e quanta se ne fa ancora. Se andiamo a guardare il cronometro, il quarantenne magari andrà più veloce del settantenne, probabilmente anche perché il più anziano, avendo maggiore esperienza alle spalle, sarà più prudente sia nello sci di fondo che in quello di discesa. Regolerà meglio lo sforzo, sapendo che le capacità organiche sono diverse rispetto a quando si era più giovani. Ripeto, però, quello che conta è l’età biologica e praticare sport, anche a livello agonistico, sposta questa età sempre più avanti, con un miglioramento generale sia fisiologico che psicologico.