Arezzo è una città da esplorare un passo alla volta: questo lo spirito con cui il nutrito gruppo della 50&Più aretina, con la guida del Prof. Claudio Santori si è inoltrato nelle vie cittadine.
Arezzo, città dal fascino senza tempo, è infatti un luogo che riesce sempre a stupire grazie alle numerose tracce delle diverse culture che qui si sono avvicendate. Il prof. Santori, storico e musicologo, nonché Consigliere dell’associazione 50&Più di Arezzo ha aiutato i soci a scoprirne i segreti.
Pieve di Santa Maria Assunta
La passeggiata ha avuto inizio dalla Pieve di Santa Maria Assunta con la facciata in Corso Italia e l’abside in Piazza Grande. Costruita a partire dall’anno Mille, questa struttura romanica si presenta in tutta la sua magnificenza con una facciata a tre portali. Il gruppo dei 50&Più ha osservato l’edificio con il naso all’insù, affascinato dalla torre campanaria, detta “dalle cento buche” per le bifore, un tempo dieci per ogni lato, che la rendono unica.
All’interno si trova un capolavoro della pittura del Trecento: il Polittico con la Vergine col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista, Donato, Giovanni Battista e Matteo. Il quadro, commissionato a Pietro Lorenzetti nel 1320, è stato recentemente restaurato. Anche la bellissima Cappella del SS. Sacramento, con i suoi delicati affreschi color pastello del maestro Luigi Ademollo che incorniciano una statua quattrocentesca della Madonna in terracotta policroma ha colpito molto i presenti. I quali, entrati in chiesa, hanno avuto la gradita sorpresa di trovare il Maestro Lorenzo Magi all’organo, che li ha accolti con due brevi e suggestivi brani.
Chiesa della Badia
Il percorso poi ha portato il gruppo all’interno della Chiesa della Badia che conserva un vasto patrimonio artistico di particolare pregio. Tra i pezzi più pregevoli un crocifisso dipinto di inizio XIII secolo di Segna di Bonaventura, pittore senese probabilmente allievo di Duccio di Boninsegna. Presenti poi diverse altre opere, databili tra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento tra cui un San Lorenzo di Bartolomeo della Gatta, un Crocifisso di Baccio da Montelupo. Di particolare impatto visivo e scenografico è la finta cupola posta sopra l’altare maggiore, realizzato da Padre Andrea Pozzo nel 1703, che presenta un particolare senso prospettico.
Altro pezzo considerevole è la grande pala d’altare di Giorgio Vasari, raffigurante scene sacre. L’opera fu realizzata tra il 1560 e il 1563 non per questa chiesa, ma per la cappella di famiglia Vasari nella Pieve di Santa Maria di Arezzo e fu trasferita poi nella Chiesa della Badia trecento anni dopo.
Basilica di San Domenico
Meta successiva la Basilica di San Domenico, che si affaccia nell’omonima piazza e che conserva, al suo interno, opere dal terzo decennio del Trecento ai primi anni del Cinquecento. Sulle pareti della chiesa dipinsero infatti i più noti pittori della città e non solo. Di tutti questi affreschi però solo qualcuno è ancora integro, mentre una parte è andata persa o ne restano solo frammenti. Presente anche un bellissimo trittico su fondo oro sempre del Maestro del Vescovado, un San Pietro da Verona in terracotta invetriata di scuola robbiana e una Madonna con Bambino trecentesca scolpita su pietra. Ma soprattutto la chiesa possiede una straordinaria opera giovanile di Cimabue, una grande croce dipinta posta sopra l’altare maggiore, databile tra il 1265 e il 1270. Un fiore all’occhiello per l’intera città di Arezzo.
Il Prof. Santori ha illustrato con aneddoti e curiosità la storia e la valenza artistica delle tante opere visitate, tanto che a breve sarà organizzata un’altra gita alla scoperta della città.
Info: 0575354292 – 50epiu.ar@50epiu.it – www.spazio50.org/arezzo