Maglietta, pantaloncini, scarpe. Un po’ di stretching e si entra in campo. Passaggi, assist, tiri in porta e goal. Stiamo parlando di una normale partita di calcio? No, è Walking Football.
A raccontarlo a Spazio50 è Marco Sabani, il Presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Walking Football della Società Sportiva Lazio, che durante le Olimpiadi di 50&Più ha dato dimostrazione di quanto ci possa divertire su un campo da calcio senza rischiare di farsi male.
Le origini del Walking Football
Le origini di questo sport arrivano da oltremanica. Il Walking Football, infatti, nasce in Inghilterra nel 2011 come valida alternativa per tutti coloro che, per vari motivi, non possono più praticare il classico gioco del calcio, ma non vogliono rinunciare alla possibilità di proseguire con un’attività simile. In italiano lo definiremmo, quindi, “calcio camminato” proprio perché una delle principali caratteristiche di questo sport è il divieto di correre. Inoltre, la palla non può mai essere lanciata o alzata al di sopra della testa dei giocatori e sono vietati i colpi di testa. Essendo per natura uno sport sicuro, poi, non è permesso il contatto fisico di nessuno tipo. Queste sono solo alcune delle regole che garantiscono il successo e la sicurezza di ogni partita.
Le parole di Marco Sabani, Presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Walking Football della Società Sportiva Lazio
Nonostante gli scettici possano pensare che si tratti di un gioco “noioso”, il Presidente Marco Sabani assicura il contrario. “I candidati ideali per l’esecuzione di questo sport sono gli ultracinquantenni che, magari, hanno dedicato una vita all’attività sportiva e adesso cercano uno sport di squadra che, però, non sia usurante e mantenga al tempo stesso quelle dimensioni di divertimento e sana competizione. E, in effetti, è proprio ciò che accade quando si è sul campo: si sta in compagnia, ci si diverte e il successo è assicurato”.
Il Walking Football alle Olimpiadi 50&Più
Ne abbiamo avuto un assaggio in due giornate delle Olimpiadi 50&Più in cui molti partecipanti, sia uomini che donne, hanno provato questo sport insieme a Sabani. “Durante le Olimpiadi di 50&Più ho avuto l’opportunità di far conoscere questa disciplina ad alcuni membri dello staff e agli atleti presenti. È stata l’occasione per mostrare come il Walking Football possa essere inserito all’interno della manifestazione come sport di squadra. Un aspetto che al momento manca visto che le discipline delle Olimpiadi sono principalmente individuali”.
Uno sport ancora poco conosciuto
Il Walking Football è uno sport pieno di benefici che, però, purtroppo si conosce ancora poco, come ci racconta Sabani. “A mio avviso si parla poco di questo sport perché le Associazioni che lo praticano lo stanno timidamente promuovendo nei circoli sportivi. Ma così com’è stato per il padel, che inizialmente nessuno conosceva, può diventare un’attrattiva per molti anche grazie al passaparola. Io, ad esempio, mi sono avvicinato a questo sport nel 2015 quando lessi su un giornale dedicato al calcio amatoriale che in Inghilterra, quattro anni prima, era stata inventata questa disciplina e che in Italia, grazie all’Associazione Veterani dello Sport, si stavano muovendo i primi passi. Dopo di che, ne ho parlato con alcune conoscenze della Polisportiva S.S. Lazio e, nell’ambito di progetto europeo che sovvenzionava gli sport minori, mi è stato proposto di fondare l’Associazione Sportiva Dilettantistica Società Sportiva Lazio Walking Football e di ricoprire la carica di Presidente”.
Walking Football, uno sport inclusivo
Una carica che Sabani riveste con orgoglio e che lo rende portavoce di una disciplina davvero inclusiva. “Tutti possono partecipare e competere in questo sport”, racconta. “L’obiettivo principale è quello di divertirsi al di là delle differenze. Tutti possono giocare a Walking Football indipendentemente dal sesso, dalle difficoltà motorie o dalle disabilità. È un gioco inclusivo che vuole essere un’alternativa sana e costruttiva per chi non può praticare altri sport”.